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Il Treno Ha Fischiettato - omaggio a Pirandello

Forse qualcuno più digiuno di letteratura, si sarà chiesto a cosa si deve il titolo di questo blog.

Per rispondere, vi spiego brevemente i tratti de  Il treno ha fischiato, la novella di Luigi Pirandello a cui mi sono ispirata:

Il racconto, apparso nel 1914 sulle colonne del Corriere della Sera, narra del ragionier Belluca, piccolo borghese incastrato in una vita senza alcuna qualità e senza alcun tratto di interesse. Ligio sul lavoro, irreprensibile nella vita privata, un giorno, ad un tratto, viene colto da un'epifania (concetto utilizzato spessissimo anche nella letteratura di James Joice) scatenata dal fischio di un treno, in lontananza. Un semplice suono fa crescere in lui la consapevolezza dell'alternativa: esistono allora altri mondi, persone che viaggiano, altri orizzonti, miliardi di altre possibili vite! Il risveglio di Belluca, coincide, però, con una rabbia folle che lo fa scagliare contro il suo capoufficio, tanto da dover essere ricoverato in un manicomio, dove la diagnosi dei medici, incapaci di fornire ad amici e conoscenti dell’uomo una giustificazione razionale a degli eventi a prima vista assurdi, parla di encefalite o “febbre cerebrale”.

Come va a finire? Belluca, su intercessione di un amico, viene reintegrato in ufficio dopo le scuse al superiore che, consapevole della situazione, concederà al sottoposto delle piccole pause in cui Belluca, ricordando il “fischio” del treno, possa fuggire per brevi istanti dalle pressioni del mondo reale. Dietro all’enigma di Belluca (che si reinserisce nel mondo reale, ma tenendosi uno spiraglio di evasione nel sogno ad occhi aperti e nella follia illusoria) c’è un tratto costitutivo del ragionamento di Pirandello sull’uomo contemporaneo: forse è la normalità quotidiana a rappresentare la vera follia.


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Perchè, allora, questo treno fischietta? Non voglio certo che andiamo tutti quanti in manicomio, mi basta avere dei compagni di epifania che mi convincano che arrendersi alla lobotomia del quotidiano è sicuramente più irrazionale di ciò che tutti chiamano "follia".

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