Uscire
dal tunnel con il d-mannosio, uno zucchero semplice estratto dal larice, e una
lenta ricerca delle cause più profonde. L’esperienza di Rosanna ha aiutato
moltissime donne.

Rosanna,
vuoi raccontarci meglio la tua storia?
Nel 2002 iniziai ad avere un episodio di cistite al
mese che i medici mi curavano con antibiotico. Per quattro lunghissimi anni ho
cercato disperatamente soluzioni a questo problema testando senza nessun
beneficio le più svariate terapie che gli innumerevoli medici mi proponevano, senza
contare gli effetti che gli antibiotici – ormai diventati la mia coperta di
Linus - avevano sul resto dell’organismo. Finché cominciai a contattare le
donne che soffrivano del mio stesso male presenti nel web sul forum salute. Eravamo tantissime!
Proposi loro di dividerci in gruppi e di provare ogni gruppo una terapia
diversa per evitare di sperimentare singolarmente le decine di terapie
alternative che esistevano. Ci fu una massiccia adesione. C’era chi stava
sperimentando il vaccino anti- e.coli, chi l’omeopatia, chi la psicoterapia,
chi il d-mannosio. Quest’ultimo gruppo pareva stesse sempre meglio: passava il
tempo e le recidive non si ripresentavano per il 90% e nei pochi casi in cui
ricomparivano, venivano debellate solo con l'uso di mannosio. Anch’io nel
2006 ho guarito quella che è stata la mia ultima cistite solo con abbondante
mannosio. Eravamo però le prime in Italia a sperimentare questo zucchero,
dovevamo importarlo dall’America, dove la usano da trent’anni, con alti costi
di sdoganamento, finché, nel 2008, una
parafarmacia di La Spezia, la Deakos, ha iniziato a produrre mannosio in
Italia.
Con e non contro
L’assunzione di d-mannosio, consigliata per un
periodo che va da due a quattro mesi, è la soluzione che permette di spezzare
il circolo vizioso dell’antibiotico, liberarsi del dolore e avere così il tempo
di risolvere le cause più profonde. “Occorre cambiare del tutto approccio”
consiglia Rosanna. La medicina tradizionale tende ad accanirsi contro l’e.coli
- un batterio che abita l’intestino, in cui tra l’altro svolge un’utilissima
funzione - sopprimendo invece proprio quelle difese naturali che solitamente
riescono a tenerlo a bada. La vescica è un ambiente sterile che non può
sviluppare batteri patogeni propri, perciò i fattori responsabili della cistite
sono da ricercare in un’alterazione dell’equilibrio vaginale o intestinale. Qui
di seguito gli approfondimenti su alcune delle cause scatenanti e dei metodi,
anch’essi naturali, per eradicarle.
Cistite
da luna di miele
La cosiddetta
cistite da luna di miele che si
presenta entro 48 ore dal rapporto sessuale è una delle più comuni tipologie di
cistite. Di solito i medici prescrivono di tenere a portata di mano
l’antibiotico e assumerlo alcune ore dopo, una pratica che uccide solo i patogeni
più deboli lasciando colonizzare la vescica ai più resistenti. Il problema,
invece, sta nello sfregamento delle pareti vaginali che, in presenza di
contrattura pelvica o di scarsa lubrificazione, può dar luogo a micro-lesioni
in cui possono annidarsi e riprodursi batteri che risaliranno in vescica nelle
ore successive. Moltissime donne hanno risolto soltanto con l’uso di un buon lubrificante
o con la pratica cosiddetta Kegel-reverse,
innovativa versione del dott. Pesce, presidente del comitato neuro-urologi, degli
esercizi di Kegel(1) ovvero contrazioni volontarie dei muscoli pelvici. Mentre gli originali hanno contrazioni lunghe e rilassamenti brevi, nei Kegel-reverse
è il contrario: lungo rilassamento intervallato da brevissime contrazioni.
Molti sono i casi di lieve contrattura pelvica non
diagnosticata perché certe abitudini odierne, spesso vissute inconsapevolmente,
portano a contrarre la zona del bacino, ad esempio l’esigenza estetica
femminile di avere una pancia piatta e quindi la tendenza a respirare col
torace e non col diaframma, come invece si fa da bambine.
Eccesso
di igiene intima
Il marketing
e gli spot pubblicitari hanno reso le secrezioni vaginali una vergogna da
nascondere con lavaggi e detergenti aggressivi quando al contrario sono
un’importantissima difesa fornita da madre natura contro l’insorgere di
infezioni. “Consiglio sempre di lavare solo con acqua ma, anche se le donne che
ci hanno provato hanno trovato subito giovamento, il concetto che le mucose
– proprio come occhi e bocca- debbano essere umide delle proprie naturali
secrezioni, è ancora difficile da accettare. Tante hanno paura del cattivo
odore che invece va ricercato proprio nell’alterazione della flora vaginale”
racconta Rosanna.
“Scusi,
dov’è il bagno?”
La vita frenetica a cui siamo sottoposti, fatta
spesso di panini al volo, ha reso la regolarità intestinale un lusso per pochi.
Ma la stitichezza è un altro tra i fattori di rischio di cistite perché aumenta
la permanenza dei batteri fecali proprio accanto alla vescica, nell’ampolla
rettale. Un semplice apporto in più di fibre e di lactobacilli può essere
tuttavia determinante per la guarigione.
Rosanna,
cosa vuoi dire alle donne ancora affette da cistite?
“Che se ne esce e che le terapie proposte da protocollo
non sempre sono le più valide. Per fortuna anche qualche medico in Italia
adesso comincia a prescrivere mannosio e a cambiare approccio”.
Come
agisce il d-mannosio

Rosanna
Piancone, 42 anni, nata e cresciuta a Como, vive a Bolzano da dieci anni. È
infermiera professionale ed ha lavorato in case di riposo, sale operatorie,
camera iperbarica ed ha insegnato agli allievi oss. Nel sito che gestisce (www.cistite.info) c’è un forum aperto al
pubblico che conta 2.200 iscritti. Molte delle informazioni che veicola sono anche
il risultato di questionari e indagini da lei preparati a cui sono state sottoposte
oltre cento cistitiche.
(1)
Arnold Kegel, The nonsurgical treatment
of genital relaxation, Ann West Med Surg (1948)
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